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Gli anni di Gilles li ho vissuti davvero da vicino, lavoravo ad Autosprint e poi a Rombo sempre con il grande Marcello Sabbatini come direttore che con Villeneuve aveva un rapporto unico e aveva contribuito tantissimo a costruirne il mito. Fu Sabbatini ad avere l'idea di promuovere la "febbre Villeneuve" oppure a imbastire la celebre sfida F.1 contro aereo da caccia sulla pista d'atterraggio di Istrana. Erano anni in cui accadevano cose incredibili, ad esempio con la Polstrada che ti invitava a farti da parte, fermandoti magari sulla corsia d'emergenza, sulla Ventimiglia-Genova perché stavano per arrivare Villeneuve e Pironi in corsa ravvicinata per arrivare per primo a Maranello. All'epoca c'era anche il doppio casello a Piacenza ma lì, sempre avvisato via radio dalla Stradale, il mitico Pupillo dava ordine di alzare le sbarre per non fare perdere tempo a nessuno dei due contendenti... Robe che a raccontarle adesso nessuno ci crede. Ma a Villeneuve era concesso di tutto, e ci si aspettava da lui proprio di tutto. Mio padre, buonanima, anche se Gilles a due giri dal traguardo era staccato di un giro diceva: "cosa c'entra? Con quello lì può sempre succedere che vinca...". Ovviamente non era vero, però nell'immaginario collettivo era così. (it) |