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Menelik checchè se ne dica lascerà l'Abissinia ben poco differente dal punto di vista dell'unità nazionale da quello che era agli inizi del suo regno. L'amalgama dei cento popoli compresi entro i confini dell'impero è apparente, incerta, come lo era venticinque anni or sono. Il prestigio personale dell'Imperatore ha sopito le cause di conflagrazione interna, ma non le ha certo neutralizzate, e dato che nessuna nazione europea ha per ora nelle sue vedute, l'idea di attentare alla integrità dell'impero, rimane senz'altro scartata la possibilità di una provocazione che riesca a suscitare un movimento simile a quello verificatosi nel novantasei contro di noi. Al giorno d'oggi scioani, galla, tigrini ed amhara si odiano non meno profondamente di come si odiavano per il passato. (it) |