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Esiste una biografia ufficiale di Saddam Hussein in diciannove volumi. Esiste un grande documentario sulla sua vita , prodotto con la supervisione di un regista britannico, Terence Young, noto tra l'altro per avere diretto uno dei primi film di Sean Connery nei panni di James Bond . Ed esistono infine migliaia di inni, odi e poesiole infantili in onore del leader che la televisione irachena mandava in onda ogni sera. La biografia, il film e queste «spontanee» manifestazioni di cultura popolare sono l'equivalente letterario e cinematografico delle grandi statue leniniste e degli enormi ritratti con cui il raìs iracheno ha celebrato il culto della propria persona. In queste opere il protagonista è condottiero della nazione, principe illuminato e magnanimo, padre del popolo, difensore della patria, castigatore dei suoi nemici, paladino dell'Arabia, discendente di Maometto. Sul rovescio della medaglia vi è un altro Saddam composto con le informazioni fornite dagli esuli, il ricordo dei parenti delle vittime e i rapporti dei servizi segreti occidentali: il sanguinoso tiranno, il leader crudele, il massacratore dei curdi e degli sciiti, il satrapo capriccioso e imprevedibile, l'invasore del Kuwait. Gli storici, naturalmente, non si accontenteranno di queste opposte semplificazioni. Il contemporaneo, dal canto suo, può soltanto arricchire il quadro con qualche dettaglio raccontando al lettore che vi furono altri Saddam Hussein e che il protagonista del grande dramma iracheno fu protagonista di parecchie vite. (it) |