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A Torino, ero arrivato da Milano nel 1961, all'età di 10 anni, quando mio padre Emilio, architetto e disegnatore a cui si deve il fumetto di fantascienza L'Astrale, era passato dalla ButanGas alla Fiat, ufficio Stampa e Propaganda. A Milano vivevamo fra la casa nostra e la casa delle mie zie, fra via Washington e corso di Porta Romana, giocando per strada, bussando ai vicini per avere una tazza di latte e biscotti, in abitazioni che avevano le chiavi nelle toppe ma le porte aperte. Andavo in una scuola elementare montessoriana. Eravamo dei monelli. Milano era bellissima agli occhi di un bambino. Il trasferimento a Torino fu un trauma. Nella quinta elementare di corso Marconi erano tutti in divisa, vigeva un clima di ordine e di terrore, nessuno poteva portare i suoi giocattoli. Abitavamo vicino al Parco del Valentino. A me sembrava che, nelle strade tutte cardo e decumano di quella nuova città, non ci fosse nessuno. Devo tutto a quella Torino, così dura e insopportabile. (it) |