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Nei regimi totalitari - comunismo, fascismo, fondamentalismo religioso - il supporto popolare viene dato per scontato. Lì possono cominciare una guerra, la possono portare avanti, possono mettere chiunque in uniforme per quanto gli pare senza mai doversi preoccupare nemmeno della più blanda reazione politica. In una democrazia è l'esatto contrario. Il supporto pubblico deve essere ben gestito, come ogni risorsa nazionale limitata. Bisogna spenderlo con saggezza, con parsimonia, cercando di ottenere il massimo risultato dall'investimento. L'America è particolarmente sensibile alla stanchezza che una guerra comporta, e niente scatena una reazione violenta come la percezione della sconfitta. Dico "percezione" perché l'America è per tanti versi la società del tutto o niente. Ci piacciono le grandi vittorie, i touchdown, i ko al primo round. Ci piace sapere, e far sapere a tutti, che la nostra vittoria è stata non solo indiscussa, ma assolutamente schiacciante. Altrimenti... be'... guardi in che condizioni eravamo prima del Panico. Non avevamo perso l'ultima "scaramuccia", tutt'altro. Avevamo in realtà portato a termine un compito molto difficile, con pochissime risorse e in condizioni estremamente sfavorevoli. Avevamo vinto, ma il popolo non la vide in questo modo perché non era stata il blitzkrieg che il nostro spirito nazionale esigeva. Era passato troppo tempo, era stato speso troppo denaro, erano state perse o irrimediabilmente danneggiate troppe vite. Non avevamo semplicemente sperperato tutto il nostro supporto nazionale, eravamo finiti profondamente in rosso. (it) |