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Se presuppongo che la perfetta virtù si conosca nel combattere e nel sopportare pazientemente il dolore, nel sostenere gli attacchi della gotta senza scomporsi; se le do come oggetto necessario l'asprezza e la difficoltà: che ne sarà di quella virtù che sarà salita a tal punto che non soltanto disprezzerà il dolore, ma se ne rallegrerà, e si farà accarezzare dalle fitte di una forte colica? Tale è quella che gli epicurei hanno definito e della quale molti di loro ci hanno lasciato, con le loro azioni, prove certissime. (it) |