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Avrei anche potuto rubargli il posto, quando il manager di Mina mi propose di fare una stagione teatrale insieme a lei. Ma quel tour lo fece lui, e nacque lì la sua scelta di dedicarsi al teatro. Pure io nei primi anni Settanta tentai il teatro, con Jacopone, un'opera rock che però si rivelò un mezzo disastro. Ma Giorgio, anche in quell'occasione, mi diede una mano dicendomi come snellire lo spettacolo. Però, i suoi spettacoli erano un'altra cosa. Restavo a bocca aperta, notando che cresceva sempre più, che diventava un vero uomo di teatro. E guardare la gente impazzire per lui, anche quando restava solo sul palco per due ore, era un insegnamento per me. Perché evidentemente aveva trovato la chiave giusta per colpire: con i contenuti, ma non solo. (it) |