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Chi non ricorda le magnanime tragedie delle carceri e dei supplizi di Mantova, dove Veneti e Lombardi riconsacrarono il loro voto di concordia con anni comuni di patimenti e con eroismo di martirio? La politica radeva servilmente il suolo allumacato della realtà, ed esse quelle anime indomabili tentavano con penne d'aquila delle altezze quasi empiree della libertà e della fede. Lottarono contro l'impossibile e non furono vinte perché ritrovarono in cielo il loro culto di libertà, la giurata indipendenza dell'umana ragione, e l'inviolabilità dei loro santi diritti e di uomini e di italiani. Tutte le opinioni li chiamarono martiri; l'Europa pianse e meditò forse una tarda giustizia sulle loro tombe; certo il loro sangue fruttificava la virtù e la vendetta. (it) |