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Dalla finestra sulla mia camera, qui presso i padri Gesuiti, osservo tutte le sere un assembrarsi di barche sul Bosforo; spuntano a decine, a centinaia, dal Corno d'oro; si radunano a un posto convenuto, e poi si accendono, alcune più vivacemente, altre meno, formando una fantasmagoria di colori e luci impressionante. Credevo che fosse una festa sul mare per il Bairamche cade in questi giorni. Invece è la pesca organizzata delle palamite, grossi pesci che si dice vengano da punti lontani del Mar Nero. Queste luci durano tutta la notte, e si sentono le voci gioiose dei pescatori.
Lo spettacolo mi commuove. L'altra notte verso l'una pioveva a dirotto, ma i pescatori erano là, impavidi alla loro rude fatica.
Oh, che confusione per me, per noi preti, «piscatores hominum» , davanti a questo esempio! Imitare i pescatori del Bosforo, lavorare giorno e notte colle fiaccole accese, ciascuno sulla sua piccola barca, all'ordine dei capi spirituali: ecco il nostro grave e sacro dovere. (it) |