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Sul Cavour il Candeloro riporta un giudizio fortemente elogiativo di un suo avversario, Giuseppe Ferrari. Se sulla grandezza di Cavour non è certo possibile avanzare dei dissensi, resta aperto il discorso sul contenuto della sua politica, sull'influenza che esso ebbe non solo sul processo unitario, ma anche sugli avvenimenti che seguirono la sua scomparsa. Il Candeloro pone una distinzione tra il significato fortemente positivo che la linea politica del Cavour ebbe rispetto ad altre che furono elaborate dalla classe dirigente ed il suo significato assoluto, che contemperava elementi progressivi e conservatori. Egli afferma infatti che «il liberalismo cavouriano era strettamente amalgamato al conservatorismo sociale», sicché se esso favorì il processo unitario e rafforzò l'unità politica non poté avviare a soluzione i fondamentali problemi del Mezzogiorno e della ristrettezza delle basi su cui si fondava il nuovo stato. (it) |