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Nella sua prima maniera di recitare, Gustavo seguì fino ad un certo punto l'andazzo del tempo, non tanto perché molti e grandi fossero gli attori che imponevano o piuttosto seguivano il gusto del pubblico, quanto perché molti e graditi all'universale erano i drammi goffamente enfatici e mostruosi che quella maniera esigevano, come Bianca e Fernando, la Viva sepolta, Lupo di Ostenda, Comingio, i Deliri dell'Anime amanti, il Carcere d'Ildegonda, ed altre immondizie teatrali. Tuttavia tratto a tratto a nuova scuola fin d'allora preludiava, non appena gli si porgeva il destro, con un fare tutto suo, semplice e passionato ad un tempo, unendo nelle sue vigorose creazioni realtà e fantasia, come Byron; verità morale e verità storica, come Manzoni; filosofia ed entusiasmo, come Goethe; e questi prodigi significava con mobilità di viso così naturale, con gesto così spontaneo, con incantevoli passaggi di voce così vibrante e così uscita dal cuore, che fin nelle prosastiche gelosie di Lindoro cavava le lacrime. (it) |