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Ieri hanno vinto il coraggio e la tenacia. Il coraggio delle centinaia di attiviste africane che hanno rotto un tabù millenario; la tenacia delle associazioni non governative e di alcuni governi – in particolare italiani e burkinabé – che nel tempo hanno laboriosamente creato il consenso politico per ottenere una conquista di civiltà. Con il voto di ieri dell'Assemblea Generale delle Nazioni Unite sulla Risoluzione di messa al bando universale delle mutilazioni genitali femminili , la comunità internazionale ha deciso di schierarsi dalla parte del diritto, chiedendo agli Stati che non l'abbiano ancora fatto di approvare rapidamente leggi adeguate e di imporne l'attuazione. E per "adeguate" s'intende sanzioni penali per chi pratica le MGF, che avvengano o meno all'interno di strutture sanitarie. È un risultato di cui andare orgogliosi, specialmente per noi italiani che abbiamo accompagnato sin dall'inizio, oltre dieci anni fa, la lotta di liberazione delle donne, soprattutto africane, da questa pratica crudele, umiliante, dannosa ed obsoleta. (it) |