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Le immagini dei No Tav che protestano per manifestare il loro dissenso alla nuova linea ferroviaria in Val di Susa hanno fatto il giro dei media e, con l'abituale falsità del «partito preso», ogni filmato sembrava descrivere situazioni diverse. I «buoni» e i «cattivi» con le loro rispettive divise erano rappresentati e descritti in modo capovolto in base alle diverse opinioni. La buona fede dell'informazione va sempre a gambe all'aria. E ormai mi ci sono abituata. Provo ad avere abbastanza cinismo per non spaccare il televisore a martellate. L'episodio di quel ragazzo che, faccia a faccia, ironizza e deride il poliziotto immobile e silenzioso mi ha fatto salire una rabbia totale. La scena, l'unica non travisabile, non imbastardita da commenti e da montaggi, è raccapricciante nella sua crudezza. Come al solito c'è un riferimento ideale che mi viene in soccorso in casi come questo. E mi consola. Come tutti, anch'io devo citare la poesia di Pier Paolo Pasolini "Il Pci ai giovani", pubblicata su "L'Espresso" del 16 giugno 1968. Siamo ancora lì. (it) |