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Un altro grande spagnolo si imbatte in personaggi, in eventi siciliani: Lope de Vega. Scrive la Comedia famosa del santo negro Rosambuco de la ciudad de Palermo. Il santo negro, "más prodigioso", era il fraticello laico, figlio di uno schiavo moro, Benedetto Manasseri. Era stato "inventato" dai francescani a favore dei mori battezzati, in opposizione al potere dei "bianchi" inquisitori domenicani e all'orgoglio, al riscatto dei "cristiani vecchi", sui quali avrebbe ironizzato Cervantes nel Retablo de las maravillas e nel Quijote. San Benito diverrà popolare tra i mori e i poveri d'America, rimbalzerà, per le prodigiose vie della letteratura, da Lope de Vega a Borges: darà nome a quel quartiere Palermo o San Benito de Palermo di Buenos Aires, la Palermo "di coltelli e di chitarre", il quartiere di Evaristo Carriego. (it) |