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Nella Pelzet, oltre ai pregi della mente e del cuore, tutti in lei erano perfetti quei doni esteriori, nei quali poteva sempre pigliare atto vivo la bellezza, che doveva tragittarsi per gli occhi e per l'udito nell'animo dello spettatore. Persona che in tutte le proporzioni si conveniva alla muliebre eleganza: occhio eloquente, volto pronto a trasformarsi e ritrarre tutti i variati affetti, voce limpida, forte, estesa, flessibile a tutte le gradazioni dei, delle enfasi, delle pose che richiede l'idea: pronunzia pura, dolcissima nel più bel fiorentino, emendata collo studio e coll'esempio de' meglio parlanti: e la quale riportò sempre in tutta la Toscana, cosa mirabile, fra tanti esempi contrarii di accenti dissonanti, di sconce ambiguità, di sgraziati idiotismi, onde si corre rischio d'inviziarla in comunicando colle altre genti d'Italia. (it) |