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Tra i libri di Pavese, quello che mi ha commosso di più e ho letto e riletto più volte è proprio Il mestiere di vivere. Del resto, ho conosciuto troppo bene Pavese, e non ho bisogno di leggerlo e sfogliarlo per conoscerlo a fondo. Non siamo stati compagni di liceo perché lui aveva un anno di più. Ma io ho fatto parte del gruppetto di allievi del D'Azeglio, che si riunivano intorno ad Augusto Monti, dopo l'uscita dal liceo e negli anni universitari, per prepararci a diventare "uomini di lettere", ciascuno nel campo di studi da lui preferito. Come è stato raccontato altre volte, le riunioni avvenivano ogni mercoledì nel pomeriggio, in un piccolo caffé di una breve via torinese vicino alla stazione. Sono gli anni in cui i più precoci, Ginzburg, Mila e, appunto, Pavese, fanno le loro prime prove di scrittura su riviste come "Il Baretti" e "La Cultura", pre-einaudiana ed einaudiana. Ebbi per qualche tempo con Pavese un rapporto personale, perché, entrato all'Università, avevo cominciato a prendere lezioni d'inglese insieme con mio fratello. (it) |