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Son conciliabili l'indirizzo astratto dell'arte contemporanea, e il bombardamento di figuratività che subiamo dagli innumerevoli giornali illustrati, dal cinema, dalla televisione? Ogni evento vuol documentarsi in immagini, persone eminenti e meno eminenti ci son presentate in tutte le pose, dignitose e men dignitose o persino indecenti, i francobolli ci parlano per immagini ma nelle mostre d'arte contemporanea non trovi che materia non iconica e nuda tecnica, come nuda tecnica e deliranti rumori è quanto ricaverai dalla musica d'oggi. D'altronde il linguaggio d'arte aspira al babelico, sulle orme di Joyce le parole attirano come calamite altre parole simili, si fondono in ambiguità che sono semenzai d'immagini e dissoluzioni nell'infinito e nel nulla; l'estro di Finnegans Wake è disceso fino ai beatles: uno di essi, John Lennon, ha ora pubblicato un libretto di componimenti equivoci, In his own write. Un'età che rifugge dal figurativo cerca poi simboli e immagini un po' dappertutto. (it) |