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Alle trascrizioni filmiche Dracula è abituato, Herzog lo tratta meglio di tanti altri, rifacendosi al leggendario film espressionista di Murnau, lavorando il vampiro con i filtri dell'ironia, ma anche riconoscendogli una sua dolente dignità di dannato, e inventando un finale che è una interpretazione acuta e legittima di un testo tutt'altro che acuto: Dracula non può morire perché non ha mai amato, non si è mai realizzato attraverso l'amore. Offrendosi a lui sino all'alba, Mina consuma l'annientamento, fa trionfare le ragioni della società civile, e insieme restituisce il mostro a una sorta di dolorosa compiutezza di uomo. (it) |