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Il 22 febbraio 2012, un mercoledì, accendendo distrattamente la tv fui travolta dalla notizia dell'uccisione di Marie Colvin, una tra le più esperte inviate di guerra, corrispondente del Sunday Times che avevo conosciuto in Afghanistan. Determinata, precisa, coraggiosa, era stata uccisa da un missile che aveva colpito in pieno l'edificio di Homsin Siria dove Marie si trovava con il collega francese Remi Ochlik. Un omicidio non casuale, hanno detto in molti, una vendetta contro le sue corrispondenze sulla guerra civile siriana. (it) |