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Alle nove di questa mane ero in volo sul cielo di Addis Abeba. L'aeroplano, levatosi alle sette e mezzo dal campo di Dessiè, sorvolate le montagne, filava diritto per Uorra llù e Dobbà sull'Emberterà. L'altopiano ondeggiava sotto di noi, morbido come seta svariante in tutti i toni del verde. Guardavo con tenerezza quella terra felice. Le case dei borghi vi apparivano disposte con un ritmo di danza, non raggruppate in centri e non sparse, ma disposte in cerchio o a festoni o a serpe, secondo le pieghe del terreno. (it) |