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Anche i più ottusi tra i nostri compagni, come noi, sentivano il fascino di quegli attimi unici, di quei momenti dolcemente malinconici che hanno conosciuto tutti gli studenti alla fine della loro vera giovinezza. Ancora un istante di libertà, nell'oasi della Normale, al centro d'una Parigi infuocata, sotto gli alberi stremati dalla caldissima estate. Ancora un attimo di felicità.
Gustavamo quello stillicidio di ore tristi e funeste, eppure dolci, incantati, ebbri dei ricordi ancora tanto vicini, d'amicizia, di cameratismo, delle scoperte profonde dell'incoscienza meravigliosa della nostra vita.
Ancora un attimo, e avremmo dovuto abbandonare quei tesori, quegli incantesimi, e chiudere quelle pagine. Ancora qualche istante sotto il cielo puro, sotto lo sguardo ironico dei sessanta busti. Ancora qualche ora per correre nei cinema di quartiere e rivedere i film vecchi di sette anni, e poi i giardini, i caffè, Parigi vestita di notte sotto i lampioni del 14 luglio, ancora un istante, per dire addio alla nostra adolescenza. (it) |