Mention421207

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rdf:type qkg:Mention
so:text le le leggi di Licurgo tendevano non solamente alla soggezione degli Iloti allo stato spartano, ma alla formazione del cittadino ideale. Le leggi spartane operarono così intensamente da collimare col concetto che i Greci avevano della più alta funzione della legge stessa nei confronti della società e dell'individuo. I Greci non avevano alcuna chiesa o religione dottrinale: e neppure quello che noi riteniamo un buon sostituto, un ministero dell'educazione: la polis addestrava i cittadini nei loro doveri sociali attraverso le leggi. Perciò Sparta fu ammirata dai Greci per la sua eunomia, il suo «stato ben governato» perché, ci piaccia o meno, essa poté preparare alla perfezione i suoi cittadini, attraverso le leggi e le istituzioni, a tale ideale: poté formare soggetti altruisti, solleciti del bene comune. Le leggi di Licurgo furono, per gli Spartani, un modello di «virtù», vale a dire l'areté, di eccellenza umana strettamente considerata dall'interno della comunità cittadina. Gli Spartani ebbero una concezione della virtus più limitata di quella degli Ateniesi: ma, benché crudele sotto certi aspetti e addirittura brutale sotto altri, di qualità eroica. Nessuno può dire che lo spirito spartano sia stato banale, e nessuno spartano avrebbe potuto amettere che la sua città fosse, dal lato artistico, inferiore alle altre. L'arte, la poiesis, è creazione e Sparta non creò né parole né oggetti in pietra: ma uomini, essenzialmente uomini. (it)
so:isPartOf https://it.wikiquote.org/wiki/H._D._F._Kitto
so:description Citazioni di H. D. F. Kitto (it)
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