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Nei racconti di Stevenson, tutto ciò che supponiamo stabile e reale è al suo posto consueto: i vestiti, le convenzioni linguistiche e morali, le case grige, i giardini smorti, le rosse cassette postali; ma vi è un modo di attraversare queste strade, di salire quelle scale, di aprire le porte, di rivolgere la parola ad uno sconosciuto che trasformerà ogni cosa in sede intemporale di minaccia e illuminazione. Nel mondo quotidiano esistono ore deputate ai gesti noti, luoghi per nascere, persone cui essere fedeli, con cui vivere e morire: in quell'altro universo ogni porta si spalanca su prospettive abissali, ogni uomo è folletto, ogni oggetto una carta da gioco. (it) |