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Il Congresso Mondiale Ebraico ha una storia tutta sua, non so se rappresenta tutti gli ebrei, comunque è un’organizzazione transnazionale. Ci sono Paesi in cui non ci sono rappresentanze ebraiche unitarie, altri Paesi con rappresentanze unitarie di varie denominazioni e altri Paesi ancora in cui ogni denominazione se ne sta per conto suo; quindi i modelli sono differenti. Quello che succede in Italia è il risultato di una lunga storia dovuta alla saggezza di chi ci ha preceduto. Saggezza che ha messo insieme personaggi di diversa identità più o meno religiosa, più o meno laica, concordi sul fatto che ci dovesse essere un unico corpo nel quale formalmente si rappresenta l’ebraismo nominalmente ortodosso senza interferenze nelle scelte private del singolo. Altrove può succedere che se una persona si definisce ortodossa s’intende che osserva tutte le mitzvot possibili e immaginabili ed è inconcepibile che si definisca ortodossa una persona che non è osservante; da noi questa separazione non c’è stata e s’è capito che conveniva trovare questa formula di compromesso che ha presentato dei vantaggi indiscutibili perché ha messo tutti insieme. Ora questo succedeva quando la presenza di ebrei riformisti in Italia non era organizzata. La novità di questi ultimi anni è l’organizzazione di questi gruppi in varie strutture che ora si sono federate. È una novità che ci pone di fronte a delle scelte. Per tornare alla domanda originaria, noi dobbiamo ridefinirci e confermare senza esitazione che il nostro è un ebraismo che si struttura formalmente con l’ortodossia. (it) |