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Avere i lettori come padroni è una cosa pessima per la qualità e l'indipendenza dei giornali. I peggiori giornali del mondo — e italiani pure — sono fatti per soddisfare i desideri dei propri lettori, confermare le loro opinioni, condividere le loro partigianerie, farsi coro delle proprie curve, non scontentarne le aspettative. La peggiore informazione del mondo è fatta da giornali e giornalisti che si danno come priorità il "soddisfare i propri lettori" e non hanno la libertà di rischiare di scontentarli o di mettere in discussione le loro certezze o le loro abitudini a leggere ogni giorno le stesse cose. Il problema dei giornali con i "padroni" prescinde da chi siano i padroni: e quindi è anche il problema dei giornali che individuano una comunità di lettori, ne riconoscono un importante valore commerciale, e le danno ciò che intuiscono la soddisfi. Ci vogliono infatti un buon intuito e una grande sensibilità "politica" a fare i giornali così: non è da tutti, capire "dove tira il vento" e saper individuare una domanda in cerca di un'offerta. È da sempre una qualità ammirata nel business editoriale. Ma è anche la via populista all'informazione: quella che si dà come priorità non il racconto indipendente delle cose, qualunque finisca per essere, ma il racconto delle cose che piaccia ai lettori. Definire i lettori "padroni" è nel migliore dei casi una ruffianeria infondata ; nel peggiore, una scelta che entra in contraddizione con l'autonomia nel racconto delle cose, ed è il contrario di un vanto del buon giornalismo. (it) |