Mention427118

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so:text Al principio della storia di Agnetti c'è una skepsi radicale, un dubbio esteso che si traduce in afasia: dopo gli studi artistici e scientifici, dopo gli esordi come pittore informale nei primi anni Cinquanta, cessa completamente di dipingere. Uccide il corpo dell'opera e inizia a intrattenere con l'arte un rapporto di puro desiderio, precludendosene la pratica diretta. La sua appassionata attività accanto ad "Azimuth", con gli amici Castellani e Manzoni, e tutto un contesto umano che fu da lui profondamente influenzato, mette in luce come egli si concedesse di anticipare l'opera partecipando al momento ideativo, e d'altra parte amasse proseguirla, dopo la sua realizzazione, attraverso interventi scritti che solo con una forzatura potrebbero essere definiti interpretazioni critiche: il lavoro di un altro diventa lo spunto per una nuova partenza, per un'opera nuova che si snoda però solo sul piano verbale. Ciò che Agnetti in quegli anni evitava, avendo scelto di delegarlo ad altri, era il momento esecutivo dell'oggetto e, con esso, l'atto di appropriazione che si realizza nella firma. (it)
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so:description Citazioni di Angela Vettese (it)
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Triples where Mention427118 is the object (without rdf:type)

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