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Seppure nata in un Paese fortemente cattolico, a 17 anni Marie Curie rigetta ogni religiosità, professando l’ateismo e riponendo fiducia unicamente nella razionalità illuminista e nel progresso. Aderisce, perciò, al Positivismo, che diventa il suo abito mentale e la guida ad ogni sua azione. Il femminismo trova in lei un’icona del riscatto e dell’emancipazione. Basti dire che nel 1885 ella si presenta all’ufficio di collocamento per cercare lavoro, a motivo delle difficoltà economiche in cui versa in quel momento la famiglia, e trova l’occupazione come governante. (it) |