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Dietro il silenzio, sono in agguato il mormorio e il rumore, cioè la protesta, come dietro il troppo rumore è in agguato il silenzio, cioè la paura e la rimozione. Mentre la riflessione sulla propria condizione umana e sul modo giusto di superarne i limiti sono negati. Ora, oltre questo stordente rumore dei Quartieri, vedo manifestarsi inconsapevole e sordo dolore. Le mamme spingono i carrozzini con i lattanti, destreggiandosidisinvolte, come se fosse naturale, fra motorini e auto, sempre attente a lasciare loro libera la strada, mai pronte a protestare. Ma loro sanno, rassegnandovisi, che cosa respirano i loro bambini. Oppure stendono il loro bucato, come io stessa, chi al livello della strada, chi più sopra, apparentemente indifferenti alla polvere e ai veleni che escono dai tubi di scappamento, di cui sono impregnati. Quando vedo questi lattanti, queste giovani mamme, i canarini appesi accanto alle finestre, le verdure e i frutti, offerti quasi più all'occhio che al nutrimento, penso che tutte queste creature soffrano. Poi, in pochi minuti a piedi arrivi a via Roma, davanti alla Galleria, e un po' più avanti, dinanzi ai giardini del Palazzo Reale, finalmente aperti al pubblico e gratis. E mi chiedo perché sono così poche le donne dei Quartieri che vi conducono i propri bambini. Come se questi giardini fossero a chilometri e chilometri di distanza o come se non osassero invadere una zona tabù, da sempre loro preclusa. Come vedi, nonostante i tanti cambiamenti positivi, da noi come da voi il muro non è ancora caduto. (it) |