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Era il tramonto quando scesi a Marina, e mentre aspettavo il treno secondario, i miei occhi godettero una festa di colori che mi fece dimenticare il malessere della stanchezza. Tutt'intorno erano aranceti, i più belli che abbia mai visto, e sulla massa compatta dello scuro fogliame, gremito di frutti quasi maturi, si effondeva lo splendore del cielo occidentale. Era un quadro insuperabile nella ricchezza dei toni; il denso fogliame, del verde più intenso e più caldo, brillava e lampeggiava, con una magnificenza accresciuta dal riverbero delle innumerevoli sfere d'oro che lo ornavano. Al di là, il mare incantato, rosso e violaceo, mentre il sole splendeva all'orizzonte che si faceva indistinto. A levante, al disopra dei contrafforti della Sila, era una luna quasi piena, gialla come le foglie autunnali, in un cielo leggermente rosato.
Nella mia geografia sta scritto che fra Catanzaro e il mare si trovano i giardini delle Esperidi. (it) |