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Ho visto per la prima volta il giovane Federer nel corso del torneo jr. di Wimbledon del 1998. Era il 2° o 3° turno di una gara che avrebbe finito col dominare, e io passavo per caso tra i vialetti dei campi secondari. Vidi un tipo battere, fare un passo in avanti e affrontare un rimbalzo con una velocità di braccio, più che insolita, incredibile. D'un colpo, quel viso squadrato, ornato di un naso a patata, parve sovrapporsi ad un altro, biondo, di qualcuno che conoscevo bene, con cui avevo addirittura giocato: Lew Hoad. Quello che spinse Pancho Gonzales ad affermare: "Io sarò certo il miglior tennista del mondo ma, se è in giornata, Lew Hoad mi batte. (it) |