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è anche una lunga analisi, una forma di conoscenza dell'essere umano, perché mentre si pedala tutta la generosità, gli egoismi, l'altruismo, la testardaggine, la cattiveria, la furbizia e la malignità vengono fuori, si fanno palesi e senza filtri. I corridori sono navigatori in un mondo precario, la libertà che dà la bicicletta è legata in un microcosmo pieno di regole e non detti, di volere di branco e ambizioni personali, di rincorse e di evasioni. Solo quelli che vanno in fuga assaporano appieno la bellezza della bici, la sua dimensione spaziale. Sono dei libertari, dei sognatori. Gli unici ancora bambini del gruppo. Perché la prima cosa che pensi da bimbo quando inizi a pedalare è che sei libero, "posso andare lì". E quel lì è sempre un altrove. (it) |