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Io continuo a detestarlo Nadal. La smorfia orrenda che fa quando lancia in aria la palla è un invalicabile momento di rigetto. Non riesco ad accedere al merito dei contenuti, è un mio limite, non riesco ad andare oltre a ciò che la faccia e il suono della voce comunicano. Vedo altresì, in Nadal, l'orrore tedioso della volontà alfieriana di un soggetto in assenza di grazia — beninteso non di talento, del quale sebbene nerboruto e muscoloso ne è dotato — ricompensata da una maniacale applicazione. Ogni volta che vince subisco una fitta di sofferenza. (it) |