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Mia madre era convinta, ed io ho la stessa convinzione, che uccidere gli animali per nutrirsi della loro carne e del loro sangue, sia una delle infermità della razza umana, una delle maledizioni scagliate sull'uomo, sia per il suo fallo, sia per l'ostinazione della sua perversità. Ella credeva, ed io lo credo come lei, che quelle abitudini di durezza di cuore verso i più mansueti animali, compagni nostri, aiuti e fratelli di lavoro, e persino di affezioni quaggiù; quelle immolazioni, quegli appetiti di sangue, quella vista di carni palpitanti siano fatti per abbrutire e indurire gli istinti del cuore.
Credeva pure, e lo credo anch'io, che quel nutrimento, assai più succulento e sostanzioso in apparenza, contenga in sé principî irritanti e putridi, che inacidiscono il sangue e abbreviano la vita dell'uomo.
Citava, come esempio di astinenza, le popolazioni innumerevoli, dolci e pie, delle Indie, che rispettano tutto ciò che ha avuto una vita; e le forti razze dei popoli pastori, ed anche i laboriosi agricoltori . (it) |