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Juan Manuel Santos, Nobel per la Pace, mi ha sequestrato e mi ha consegnato in un patto fatto con Maduro. Primo, perché io da tempo avevo denunciato la sua complicità con la dittatura. Il progetto personale di Santos - l'accordo con le FARC e il premio Nobel - urtava con la causa della democrazia in Venezuela. Santos aveva bisogno di compiacere Maduro, il quale, oltretutto lo ricattava attraverso la guerriglia. Le FARC, l'ELN e i gruppi narcoterroristi con cui Santos cercava un accordo, fanno parte del regime venezuelano. Maduro aveva la capacità di mandare all'aria il processo di pace. Secondo, da tempo in Colombia stavo lavorando su una questione scomoda a Santos in quel momento: l'occultamento di vittime delle FARC. Durante il processo di pace, nessuno parlava degli assassinati, dei sequestrati, dei desaparecidos. La mia ONG, sì. Le due cose si sono unite e Santos mi ha consegnato. Non è stata un'estradizione né una deportazione. Non c’è mai stato un ordine di cattura di un tribunale venezuelano né una richiesta dell'Interpol. Non mi hanno mai presentato dinanzi a un tribunale in Colombia. Mai si è fatto vedere un procuratore. Non mi hanno permesso di difendermi. Santos mi ha sequestrato e mi ha consegnato, ben sapendo cosa mi sarebbe accaduto. (it) |