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Cassiodoro: Hai mai sentito la storia di re Gaiseric? Oh, no di certo. Non eri neanche venuto al mondo. Era mio fratello, un grande re e un valoroso uomo d'arme. Quando egli salì al trono, il drago era sfrenato. Non si contavano più le sue orribili gesta. Così, un giorno, armato di lancia e di spada, chiamò tutti i suoi uomini validi e decise di andarlo a combattere. Non furono più rivisti da allora. Ma il suo attacco provocò spaventose rappresaglie. Interi villaggi inceneriti, interi raccolti bruciati! Carestie! Stragi! Terribile. Come hai potuto arrogarti il ruolo di nostro salvatore?
Galen: Sono stato invitato.
Cassiodoro: Non da me. Sei solo un ragazzo a parer mio. Un apprendista. Hai mai preso in considerazione le conseguenze di un insuccesso?
Galen: Quale insuccesso? Che cosa dite? Volete che il drago riappaia?
Cassiodoro: Sei venuto qui a giocare con un mostro. Chi sei tu per rischiare la vita del mio popolo e dei nostri villaggi?
Galen: Ma i vostri figli stavano morendo.
Cassiodoro: Solo qualcuno. Ti sembra crudele? È meglio il sacrificio di pochi che la morte per tutti. Ho istituito io il sorteggio, io! E sin da quando è cominciato, il drago era placato. Il regno ha prosperato.
Galen: A quale prezzo? Come si può scendere a patti con un drago? Bisogna ucciderlo, come ho fatto io. (it) |