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Con un minimo di obiettività, non può non riconoscere che in questo Dracula c’è del buono. Argento sceglie un approccio, come dire?, vecchia scuola rispetto alle mode vampiresche del momento che vogliono i succhiasangue anemici ed emo come in Twilight o gay e pansessuali come in True Blood. Come ai tempi di Riccardo Freda o Renato Polselli, Argento realizza un film ottocentesco. Vittoriano. Si ricorda della Hammer, ovviamente, e firma un film avvolto in un’ambientazione elegante e realistica, gioca con la profondità di campo, e si diverte a inondare di sangue le scene più crude. (it) |