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A 16 anni, quando agli inizi di giugno finiva la scuola, lavoravo in un'officina. Mi piaceva correre con le moto, solo che costavano, e costava anche correrci. Racimolavo soldi lavando auto: "zio" Maurizio mi dava cinquemila lire a macchina. Era il padrone. "Non so tu' zio, e basta...", diceva mentre lo guardavo fare. "Mo' hai rotto de osserva', pìa quella chiave inglese e inizia a lavora' sur serio". Mi svegliavo alle 7 e fino a sera scartavetravo sportelli, verniciavo cofani, armeggiavo nella meccanica dei motori. I miei amici tornavano a casa con la sabbia nelle infradito, io con le unghie nere e in tasca 100 mila lire. E intanto mio padre mi sognava medico. (it) |