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Tra i giovani drammaturghi noto sempre – anzi, quasi sempre, giusto per non generalizzare – una grandissima ignoranza. È evidente che non hanno letto un cazzo. Non hanno letto i classici greci, le laudi medievali, la commedia del Rinascimento, gli elisabettiani, eccetera. Io invece ho letto tutto quello che potevo. E saprei scrivere una scena à la manière di Goldoni, Shakespeare, Cechov, Ionesco. Una volta con Strehler ho scritto un prologo a un atto di Shakespeare e lui non si è accorto che non era di Shakespeare. I giovani autori invece non percorrono questa strada, non traggono insegnamento dal passato. E sbagliano. (it) |