Mention468258

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so:text Conrad è, come molti grandi scrittori, un filosofo solo nel senso che la sua consapevolezza retrospettiva delle continuità e discontinuità dell'esperienza umana può chiarire la nostra, e La linea d'ombra è forse la realizzazione più riuscita di Conrad in questa direzione. Molte persone, si può azzardare, hanno fatto degli sbagli, prima con mortificazione, poi, se sono stati fortunati, con rassicurazione, con la scoperta che molti dei loro pensieri e azioni non sono unici, ma uniti in vario modo a quelli dei nostri predecessori e di coloro che si trovano più vicini alla morte; che la reciprocità è reale, nonostante noi non diamo e non riceviamo mai la completa misura del riconoscimento; e che alcuni elementi di questa reciprocità, per quanto limitati, sono ancora - adattando la frase di Conrad sotto il titolo - degni del nostro effimero ma eterno rispetto. Nella Linea d'ombra, Conrad ci sommerge con queste idee; ma egli le accompagna anche con varie ironie malinconiche: tanto per iniziare, le dinastie dell'esperienza sono fragili, corruttibili e intermittenti; in secondo luogo, a dispetto della lettura esistenzialista della linea d'ombra, noi non scegliamo i nostri legami di solidarietà con il passato e il presente, ma ci arriviamo - come veniamo al mondo - involontariamente e inconsapevolmente: ex abrupto, urlando. (it)
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so:description Citazioni di Ian Watt (it)
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