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Se non si professasse "liberale" ogni due per tre e non scrivesse perciò sul Corriere della Sera, Piero Ostellino meriterebbe la considerazione pressoché nulla che si deve ai tipici intellettuali italiani che attaccano sempre il cavallo alla mangiatoia giusta: craxiani quando comanda Craxi, berlusconiani ora che comanda B., domani dipende da chi comanda. Invece molti lo credono un "liberale" per davvero, al punto che ha finito col crederci persino lui. Tant'è che nei suoi articoli – usati in molte sale operatorie al posto dell'anestesia totale e riassumibili quasi sempre nel motto "I love B." – egli usa citare a sostegno delle sue corbellerie ora Tocqueville, ora Stuart Mill, ora Locke, ora Montesquieu, ora tutti e quattro insieme . (it) |