Mention469658

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so:text In molti uomini questa esigenza si degrada: invece di una rivelazione esatta, cercano in fondo a due occhi vivi la loro imagine aureolata d'ammirazione e di gratitudine, divinizzata. Se la donna è stata spesso paragonata all'acqua, è, tra l'altro, perché la donna è lo specchio in cui Narciso maschio si contempla: si piega su di lei in buona o in cattiva fede. Ma in ogni caso, ciò che le chiede è di essere fuori di lui tutto quello che egli non può cogliere in sé, perché l'interiorità dell'esistente è un nulla e, per pervenire a se stesso, bisogna che egli si proietti in un oggetto. La donna è per lui ricompensa suprema poiché, in una forma estranea che gli è concesso di possedere, rappresenta la sua apoteosi. È precisamente il «fenomeno incomparabile», il se stesso che egli stringe quanto ha tra le braccia la creatura che riepiloga il Mondo alla quale ha imposto i suoi valori e le sue leggi. Unendosi a quest'altro che ha fatto proprio, spera di raggiungere se stesso. Tesoro, preda, gioco e rischio, musa, guida, giudice, mediatrice, specchio, la donna è l'Altro in cui il soggetto si supera senza essere limitato, che si oppone a lui senza negarlo; è l'Altro che si lascia annettere senza cessare di essere l'Altro. E in ciò è talmente necessaria alla gioia dell'uomo e al suo trionfo che si può dire che se non esistesse, gli uomini l'avrebbero inventata. (it)
so:isPartOf https://it.wikiquote.org/wiki/Simone_de_Beauvoir
so:description Il secondo sesso (it)
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