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L'esteriorità del lavoro per il lavoratore appare infine nel fatto che egli nel lavoro non è suo ma di un altro, che non gli appartiene, che lui nel lavoro non appartiene a se stesso ma a un altro.
Si giunge quindi al risultato che l'uomo si sente libero di agire ormai soltanto nelle sue funzioni animali, mangiare, bere, procreare, tutt'al più ancora casa, decoro, ecc. e nelle sue funzioni umane si sente ora soltanto un animale. L'animale diventa l'umano e l'umano l'animale.
Mangiare, bere e procreare, ecc. sono certo anche funzioni davvero umane. Nell'astrazione però che le separa dalla restante cerchia dell'attività umana e ne fa scopi finali ultimi e unici, esse sono animali. (it) |