so:text
|
La vittoria francese, a cui essi dovevano la vita della Repubblica, limitava, però, d'altro canto, la loro azione. E la Francia del 1799, pur agitando ancora le parole di rivoluzione e di libertà, operava ormai da tempo con la logica brutale di una grande potenza in espansione. Perciò anche a Napoli il rapporto con lo Stato-guida della rivoluzione e della causa rivoluzionaria si traduceva in un rapporto di subordinazione dei rivoluzionari periferici. Anche a Napoli i francesi pensavano come a un'area di sfruttamento e di rapina di risorse e di mezzi e come moneta strategica e moneta diplomatica, come merce di scambio sul piano strategico e sul piano diplomatico nel gioco internazionale di cui la Francia era protagonista. La prima preoccupazione dei rivoluzionari doveva, quindi, essere quella di soddisfare le richieste, soprattutto finanziarie, dei rappresentanti di Parigi. (it) |