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A forza di inseguire orsi e lupi, raccontano le saghe, si diventa per qualche tempo «lupi della sera» e orsi mannari. Ma soprattutto, è possibile cacciare orsi, lupi e serpenti solo se si ha una natura in qualche misura lupesca o serpentina; qualità «aggiunte» e inquietanti. Come stupirsi del fatto che i compaesani stessi di Bēowulf, «i migliori, gli esperti», che lo conoscono bene, siano tanto impazienti di liberarsi di lui mandandolo a combattere oltremare? C’è un terribile momento, nell'ultima parte del poema, in cui il drago e Bēowulf si guardano in faccia, e si spaventano l’uno dell’altro. E nel finale l’eliminazione reciproca e contemporanea del re e del drago, accomunati dalla stessa ‘dismisura’, appare dolorosa ma necessaria. Tutte le simmetrie lo sottolineano. I due avversari sono stesi morti sull'erba uno accanto all'altro, e lo stesso giovane e affranto guerriero «veglia a capo dell’amico e del nemico. (it) |