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Oggi potrà forse sembrare strano che un genio come Leonardo da Vinci definisse la prospettiva «briglia e timone della pittura», e che un pittore ricco di fantasia come Paolo Uccello rispondesse alla moglie, quando questa lo invitava a dormire: «Oh, che dolce cosa questa prospettiva!»; ma è necessario cercare di chiarire quale fu allora il significato di questa scoperta. Non significò soltanto un'elevazione dell'arte a «scienza» : l'impressione visiva soggettiva era stata razionalizzata a tal punto che poteva costituire il fondamento per la costruzione di un mondo empirico saldamente fondato eppure, in senso pienamente moderno, «infinito» . Era stato così realizzato il passaggio dallo spazio psicofisiologico allo spazio matematico: in altre parole, un'obiettivazione della soggettività. (it) |