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Sono stato sentito in direzione gara, con Manzi, e tutto sembrava tranquillo. Ci siamo spiegati e stretti la mano, ho chiesto scusa perché il mio, a differenza dei suoi, è stato un gesto plateale. Ho preso due gare di squalifica, che nel calcio sono poche ma nelle moto sono tantissime. Pensavo fosse finita lì. Che tutto il resto, dal togliermi la licenza al licenziamento, come in un domino lo hanno scatenato i social. Sono una Corte vera e propria, che ha emesso un giudizio molto più velocemente dei tribunali normali e mi ha condannato senza appello. Mi avevano già costruito la bara. Ammetto le mie colpe, con l'attenuante dell'adrenalina, ma chi minaccia di morte dal divano non ha adrenalina. Era diventato di moda insultarmi. (it) |