so:text
|
Questo è Taha, mukhtar di Abu Yesha. E questa è Karen, segretaria della commissione alloggi baracca 11, Gan Dafna. Non abbiamo un cadì che preghi per l'anima di Taha. Né abbiamo un rabbino che preghi per Karen. Taha meritava di vivere una lunga vita, circondato dalla sua famiglia e dalla sua gente, che la morte l'avrebbe incontrato come una vecchia amica, offrendogli il dono del sonno. È venuta invece da nemica. E Karen, che amava così tanto la vita, che la viveva con la purezza di una fiamma, perché Dio l'ha dimenticata? Perché ha dovuto incontrare la morte alla sua età, e tutta sola e al buoi. Noi tra tutti i popoli non dovremmo più sorprenderci quando la morte ci raggiunge, con il mondo impazzito e le stragi di massa dovremmo essere abituati a queste uccisioni senza senso. Ma io non ci sono abituato, né riuscirò mai ad abituarmici. Io guardo questi due esseri umani e ho ho voglia di ululare come un cane. Vorrei gridare al mondoche altri 2 innocenti sono stati assassinati. È giusto che questi due esseri riposino vicini nella tomba, perché essi se la divideranno in pace. Ma i morti si dividono sempre la terra in pace. E non è sufficiente. A poche miglia da qui c'è chi combatte e muore, e noi dobbiamo andare a raggiungerli. Ma io giuro sul corpo di queste due persone che verrà il giorno in cui arabo ed ebreo divideranno in pace e in vita questa terra che hanno sempre condiviso nella morte. Taha, vecchio amico e carissimo fratello; Karen, creatura di luce, figlia d'Israele; shalom. (it) |