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Il presepe napoletano è festaiolo come il nostro popolo e, oltre la sacra grotta ed i re Magi, vi è il gregge, i pastori, gli zampognari e le taverne: il sacro ed il profano sono uniti nella maggior confusione di epoche e di costumi, in un gusto caratteristico dell'epoca e del paese. Ci dice Franco Manciniche nel presepe napoletano: «la castagnara, l'arrotino, la zingara, il pezzente, lo storpio, il macellaio, danno vita ad una singolare corte dei miracoli cui è contrapposta l'opulenza del mondo orientale, con il fasto e la ricchezza del seguito dei Re Magi». Interpretazione pluralistica che dà vita ad una scenografia disordinatamente pittoresca: al realismo pittorico è accoppiato il lusso dei re Magi ed il misticismo della santa grotta. (it) |