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Durante l'intera crisi dei Sudeti non esistette tra Roma e Berlino azione diplomatica concertata. Hitler e von Ribbentrop agirono sempre per conto loro e Mussolini non esitò ad appoggiare pubblicamente e incondizionatamente le rivendicazioni naziste unicamente sulla base delle informazioni, di volta in volta raccolte a Berlino dall'ambasciatore d'Italia, Bernardo Attolico. Queste informazioni furono regolarmente superate dalle successive pretese del cancelliere nazista di modo che Mussolini, schierandosi in favore delle singole richieste naziste, credeva di interpretare il pensiero di Hitler mentre in realtà era sempre indietro di una richiesta. (it) |