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I principali avvenimenti della vita culturale americana sono organizzati piuttosto che organici. In modo altrettanto inevitabile, questa organizzazione prenderà la forma dominante della valutazione economica. «Il culturale», come lo chiama Veblen, diventa parte della dinamica generale del consumo ostentato. La densità onnipresente, l'organicità dell'alta cultura europea è, o era fino a pochissimo tempo fa, un'illusione. Coloro che vi si impegnavano liberamente erano una piccola casta, unélite più o meno mandarinesca che possedeva i mezzi per imporre politicamente e pedagogicamente le sue opinioni. Anche se gli handicap o i dilemmi ora evocati a proposito della reazione artistica e del pensiero filosofico «alto» in America hanno una minima sostanza, sono inseparabili dagli ideali democratici e dai procedimenti populisti del Nuovo Mondo. Può darsi che l'America sia stata soltanto più franca proposito della natura umana di qualsiasi società precedente. Se è vero, sarà stata l'evasione da questa verità, l'imposizione dall'alto di sogni e ideali arbitrari, a rendere possibili i luoghi e i momenti eccelsi della civiltà. (it) |